Spagna: ETA; governo basco non esclude mediazione europea
Il governo regionale basco non esclude l'ipotesi di un "aiuto" internazionale per giungere ad una soluzione pacifica del conflitto basco, come chiesto dall'Eta in un comunicato fatto pervenire ad alcuni media e ambasciate occidentali. È quanto ha indicato a San Sebastian la portavoce dell'esecutivo di Juan Josè Ibarretxe, Miren Azkarate.
L'Eta, in un comunicato giunto mercoledì scorso all'Ansa e ieri ad alcune ambasciate e media internazionali e pubblicato oggi sulla stampa spagnola, ribadisce la volontà di pace sulla base dell'autodeterminazione. Al tempo stesso invita le istituzioni internazionali e soprattutto europee a contribuire ad "una soluzione negoziata" del conflitto basco.
Nel documento l'Eta, pur attribuendogli passi positivi, accusa il governo spagnolo di non aver risolto il nodo principale: "Il futuro di Euskal Herria e Catalogna e il riconoscimento dei diritti collettivi di queste due nazioni".
Il governo di Josè Luis Rodriguez Zapatero non ha voluto commentare sinora il comunicato dell'Eta limitandosi a dire che si aspetta solo che l'organizzazione armata basca annunci l'abbandono delle armi.
Azkarate ha oggi detto che benché l'esecutivo regionale non vuole entrare in discussioni "sulla idoneità o meno della mediazione internazionale o istituzionale europea", neppure respingerà "qualsiasi aiuto che conduca ala fine della violenza".
Azkarate, durante una conferenza stampa a San Sebastian ha detto, citata dai media, di non voler commentare il riferimento ai "diritti collettivi" del paese Basco e Catalogna, stigmatizzato dall'opposizione popolare secondo cui segnalerebbe che la riforma dello statuto di Catalogna dove la regione si autodefinisce "nazione" sarebbe un altro prezzo da pagare all'Eta per la fine del conflitto.
Azkarate ha detto comunque di vedere nel comunciato di Eta aspetti positivi quali la sua volontà di cercare una soluzione negoziata, ma avverte che "una tregua, la scomparsa della violenza e la fine delle attività dell'Eta sono imprescindibili" per aprire la porta al dialogo.
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